Crediti di lavoro – Interessi e Rivalutazione monetaria
Il lavoratore generalmente versa in una condizione di inferiorità contrattuale e di debolezza, anche economica, rispetto al datore di lavoro.
Per tale ragione, il legislatore ha previsto una disciplina speciale diretta a garantire l’effettivo soddisfacimento dei suoi crediti retributivi.
La Rivalutazione monetaria e gli Interessi.
Il Giudice, infatti, quando pronuncia una sentenza di condanna del datore di lavoro al pagamento di somme di denaro per crediti di lavoro, determina, oltre gli interessi nella misura legale, il maggior danno subito dal lavoratore per la diminuzione di valore del suo credito, calcolato secondo gli indici ISTAT.
Pertanto, nel diritto del lavoro, a differenza dell’ordinaria disciplina civilistica in materia di crediti pecuniari, per i crediti pecuniari:
- è ammesso il cumulo tra interessi e rivalutazione;
- il Giudice procede ex officio a siffatta liquidazione. Ne deriva che per ottenere la rivalutazione il lavoratore non deve proporre alcuna specifica domanda ma è il magistrato che la dispone automaticamente;
- non occorre da parte del lavoratore la prova del maggior danno.
Approfondimento: La retribuzione
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